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Die rote Neurone

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ich höre daß Neuronen kaum nachwachsen wenn sie einmal abgestorben oder beschädigt sind. Gut. Der Trost dabei ist daß sie meist schnelltens vom Gehirn ersetzt werden und die Funktionen der Muskeln in den Gliedmassen damit wieder auf fast vollständige Weise gewährleistet werden können. Dazu übe ich fleißig im Gehen, konzentriere mich auf das Feingefühl in meinen Zehen und Fingern und lerne die helle Freude am Leben (das ja vorwiegend Bewegung ist) zu genießen und zu schätzen. 

kaeferssohn.

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sono figlio di scarafaggi. cresciuto nella manualità e tra gli odori forti del petrolio. uscito dalla terra viscido e oleoso. sono diventato adulto così, in mezzo alle valvole che scoppiano e i motori boxer che scandiscono il ritmo ossessivo dei cilindri, battendosi fedeli in testa. e si lavorava sodo tra i vapori della nafta e la segatura intrisa d'olio. operavamo come meccanici sognanti in un attento ascolto del ronzio di bielle impazzite su alberi avvolti in se stessi. gente pazza che stringe le viti come fossero esistenze ed esperienze forgiate solamente nel tornio del presente. vite da meccanici matti e da figli folli di scarafaggi saggi.

ferragosto moka

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  un caffè dopo il pranzo di ferragosto. sì,  per l'appunto, a casa propria. tapparelle abbassate, finestre chiuse per non fare entrare le intense folate di caldo agostano che aspettano di penetrare le stanze ancora apparentemente fresche (è un eufemismo!) di conseguenza si fanno solo movimenti lenti ed avveduti e poi i rumori appaiono sommessi. si diffondono timidi fruscii di ciabatte strascicanti e un frinire intenso di cicale in lontananza giunge dal parchetto. in tutto si intona impertinente il gorgoglìo del caffè che è giunto alla sua meta superiore.

quattro rose rosse

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in questi giorni caldi davanti a casa mia fioriscono quattro rose rosse. sono le guardiane della nostra dimora, piantate lì su un cespuglio che annaspa per il caldo torrido di questi giorni. ho cercato di fermare la loro immagine nel liquido estivo che quasi quasi si sciolgono nel mentre le osservo troppo intensamente. così cerco di frenare il mio gioire, di volgere altrove lo sguardo disinteressato, come se facessi finta di nulla in questa circostanza poetica e troppo infiorita durante questa canicola di mezza estate che ci attanaglia.

waldwachsen

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findest du das im wald? die frage scheint berechtigt. geht aber an der zutrefflichkeit vorbei. meine provisorische antwort auf solch eine quaestio: ich finde das fruehmorgens in der kueche zum zeichnen vor. es wurde mir auf den fruestueckstisch gestellt und ich habe es prompt nachgezeichnet, nach der natur: eine clematis vitalba. aus dem regen, verschiedenartigen waldwachsen als bemerkenswert auserwählt: die weiße waldrebe.

sono un cinghiale di città

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mi piacciono le ghiande. ne ho raccolte cinque in una ciotolina bianca e le ho messe lì, sul tavolo della cucina. si può dedurre dunque che io sia diventato un cinghiale di città?

Bolzano - Bauzaun

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vier linden

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am platz in gries stehen thronend und selbstbewusst vier linden. schattenspendend und verkehrsberuhigend halten sie sich an dem bißchen fleck von stadtgruen fest das sie fleissig bewachen und bewahren. der platz gewinnt an stadtwohnlichkeit durch sie zurueck und sie bringen den unternehmungslustigen stadtbauern und - bæurinnen von gries dadurch eine besondere lebenslust. den gæsten im café vor dem hotel post gegenueber macht es ja eine besondere freude mit den vier linden und unter den vier linden ihren vormittagstratsch zeitlich auszudehnen. bæume sind eben engste familienmitglieder und gehœren zum stadtstamm der sommerlichen kaffeeverbraucher und tageszeitungsleser.

nature morte

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finiscono sempre lì le nature morte della colazione: sul piatto fatto da cinzia. questa volta una bella parte della spesa in verdure di ieri riempitasi prevalentemente di pomodori e peperoncini. un bel primo d'agosto all'insegna del rosso. si parte bene per l'estate di mezzo, quella calda e sciroccosa, appicicaticcia e rovente, luminosa di lampi e fosca di temporali estivi. siamo tutti nervosi. ci fanno male le ossa dai presentimenti di afe umide e scarichi da corto circuito fatte di nuvole pesanti di pioggia. il tempo è pienissimo d'agosto e si capisce. selbstverstaendlich!

datura stramonium

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hypericum perforata

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die durchloecherte gelbe blume. einfach so von der straße auf den kuechentisch: das echte johanniskraut. gestern abend ins wasserglas transferiert und so wie es leibt und blueht heute frueh aufgefunden. ein zeichen des feingliedrigen morgens. ein neuer tag, an dem die verlorenen neuronen sich regenerieren koennen und meine traegen muskeln an bein und arm zu neuem leben erwecken koennten. so jedenfalls ist die nimmermuede hoffnung in meinem wirklichkeitsresistenten sturkopf. so bin ich es der meinung. so muß es wohl auch werden muessen irgendwann. so.

fruehstuecksblumen

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  am fruehstueckstisch stehen immer frische blumen. am fruestueckstisch steht eine kleine tasse mit heißem griechischen bergtee. diese vergaenglichen dinge, diese fast unscheinbaren zeichen des taeglichen lebens setzt sandra, die es jeden tag irgendwie schafft die lebendige natur ins haus zu bringen und den nahezu unscheinbaren durst unseres zusammenlebens zu stillen. BS83.210727.TUE

gehirnstroeme in blau

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in meinem nerv stroemt blaue kraft. von links nach rechts verteilt das gehirn in seinem gang ladende impulse. spuerst du da den boden unter den fuessen? so die fragestellung margareths zu mittag. es klappt. die erdung ist wohl eine der komplexesten operationen der existenz im eigenen denken. ich gehe im gang und komme tatsaechlich vom schritt. barfuß. das wunder des menschlichen rechners ist vollbracht. die natur der automatik hat mich wieder. mein koerper ist wie ehedem ohne das zutun meines kopfes wie ein natuerlich agierender dampfkessel, schillernd in tiefem preußisch-blau.

alla faccia di tracey

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giorgione

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ecco, per esempio, il giorgione, un esistere d'arte misterioso. il mondo se lo raccoglieva tutto con l'occhio e lo compattava per noi osservatrici attente, con l'ansia di non dimenticare nulla di ciò che si suppone ci circondi, dalle colline coronate da teorie di pini e da cipressi allineati ad un orizzonte con un cielo azzurro e limpido come fosse sopra il mare. la nudità usata come pretesto, per attirarci ad altro che si svela misterioso e nascosto ai più. questo pare essere giorgione.

lo sciamano

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te l'ho appena detto: era uno sciamano, aveva la sua tribù, e gli piaceva manipolare come un sacerdote la sua comunità. avvolto in quella pelliccia blu - un po' hippy e un po' no - si gongolava nel raccontare le sue magiche storie di vita, dal suo essere pilota precipitato sino al suo salvataggio avvolto nel grasso. joseph beuys era un vero artista. come si soleva dire.

cinque pomodorini ( o erano sei?)

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ho frequentato un corso di ceramica in via san quirino assieme a cinzia. poi i vari lockdown hanno bloccato queste nostre attività psicomotorie a scopo distrattivo. il lavoro manuale ci aveva fatto bene però. e i risultati erano evidenti.

la stanza

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la stanza. sì, proprio la stanza. era uno spazio brullo che sapeva di muffa e di nicotina stantia. stamattina sono passato nei paraggi in perfetto nordic walking style e ho riavvolto i rotoli del ricordo. le prove notturne con andrea prima e la spritz-band poi, i barbabart e gli zot, a fianco di tanti altri musicisti della mia generazione, sognando un po'di diventare delle rock-star e immaginando un grande palco delle glorie.      BS210716 FR I
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margareth mi sgrida: devi riconnetterti con il tuo corpo, mio caro! in effetti, la mia testa vuole rifarsi un impressione manuale di questo meraviglioso fiore di melograno mentre cerca di collegarsi in una neuro-conferenza con l'alluce del piede sinistro - in paralisi parziale - e ricostruire una comunicazione interrotta con le mie estremità. [BS210715 THU]  

red dogs

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 momenti in cui i cani incalzano la mia vita facendomi soffrire in rosso profondo. senza soste. così ci calmiamo, divenendo migliori ...

recuperare la sinistra

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mi riabilito a recuperare la sinistra. così mi hanno detto. riprendo fiducia in me e intanto un po' mi rieduco. "ich drücke di schulbank" scritta e riscritta, come alle elementari. tengo il culo stretto sul banco di scuola. e tutto ciò si chiama recuperare l'uso appropriato della mano sinistra. è come se mi riabilitassi alle capacità prima del grande botto. mi faccio coraggio e ci credo. BS210709FRI

rehabilitation

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 ich rehabilitiere mich gerade. ja, die ganzen physiotherapien in der klinik, und so. und bin dabei gar nicht mehr imstande, auf meinem blog einen beitrag zu schreiben. doch, mit ach und krach und ganz primitiven selbstillusionstricks gehts dann irgendwie doch. ich simplifiziere dabei mein leben. hab lust dabei. denke: die freien gedanken ... sind extrem wertvoll in diesen repressiven einrichtungen wie krankenhäuser, gefängnisse und schulen. [ivan illich?] es lebe die wiederaufnahme der aktivitäten! es lebe das neue leben! wir ziehen weiter. wir machens also doch. BS210709FRI

wann ist was fertig?

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AHMED BEN BELLA, papier collé und Acrylfarbe auf Sperrholz, 40x60cm, BS83.210512.WED wenn ich mit sandra meine arbeiten bespreche und - meist nur ihr - meine unentschiedenheiten und verirrungen zur frage stelle: wann ist eine arbeit vollstændig? oder besser: wann ist das mit-der-hand-handeln als solches in seiner beladung mit material und ideen wirklich abgeschlossen? diese reichlich komplizierte entscheidung aus ihrem guten rat heraus (aus dem posten der seitlich stehenden und kritisch distanzierten zweit-beobachtung) determiniert zu treffen, ist fuer mich trotzdem so unermesslich schwer. ich falle damit wie in einer sucht hæufig zurueck. so wie es in mir auch hart ankommt, die grenzlinien in solchen fragen abzustecken und zu respektieren. all diese thementitel werden so fuer mich eine fast unerreichbare selbstbezogene kontrollaktion. der instinkt - fast meine manische art des herangehens an die tætigkeit, an die bewegung, an das leben und nicht zuletzt auch an das material und seine

wo ist das meer?

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AUF DEM WEG NACH SANKT HELENA IM ULTENTAL, BS/MAR 2018 emanuele quinz hat mich auf distanz - denn aus paris kam die mich befragende nachricht - in einem schriftlichen interview zum leidigen thema was lehren uns die alpen? ausgequetscht und ich habe - nicht ohne einige muehe - ihm so gut es ging auch dazu geantwortet. das vollstændige interview erscheint næchste woche am montag 10.05.2021 auf  https://franzmagazine.com/     die anregung zum nachdenken ueber diese kategorie von fragen hat mich angespornt und mich dazu bewegt ueber eine begriffswelt zu sinnieren, die ich sehr oft aus meinem kopf verscheucht und zusammen mit dem etwas abgedroschenen heimatbegriff schon seit langem ueber die reling meines lebensfrachters wiederholt von bord geworfen hatte.  nun, ich habe mich der antwort gestellt. und dazu folgende lœsungen dem interviewer angeboten:  wo ist das meer?  in den verkalkten trilobiten der drei zinnen! wo ist der h orizont? hinter den sieben bergen des ultentales! wo ist der s

medienlandschaft

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MEDIA LANDSCAPE, mixed media on canvas, 100x150cm, BS83.210507.FRI die echte, urspruengliche, wirkliche landschaft, so wie sie die natur ohne unser zutun einst geformt hat, existiert nirgendwo auf dieser welt. die medien hingegen machen das bild der welt aus, formen in ihrer vielfalt die gelben horizonte der information, machen es so wie sie es wissen und wollen, meist in rot und gelb, und bilden die landschaft die wir als einzig existierende nunmehr als bestehend wahrnehmen, denn das eigentliche, natuerliche und nicht vom menschen beeinflußte ist vom erdboden verschwunden wie die dinosaurier von den dolomiten. die einzige wahrheit ist also nicht mehr vorhanden, es bestehen nur mehr fakes von teilwahrheiten, die meist in ihrer partialitæt unzusammenhængend sich als irrefuehrend entpuppen, uns meist an der nase herumfuehren und von der bezaubernden landschaft der sozialen medien vervielfæltigt werden damit sie uns zumindest in der substanz als wahr erscheinen. so falsch kann uns die we

die wut der welt

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  THE NEW VOLCANO, papier collé and mixed media on canvas, 100 x 100 cm, BS83.210504.TUE er ist gerade wieder zur ruhe gekommen. der ætna mongibello hat aber bis vor einigen wochen arg seine welt-wut mit zorn und krach ausgespuckt und damit muss auch am urspruenglichen (fuer mich noch dazu unglue cklich unvollendeten) vulkan-bild umgehend  weitergearbeitet werden. das nur gepinselte wird nun verschleiert und abgedeckt, gedæmpft und verrinnbar gemacht. dabei muss meister gerhard richter herhalten, denn er liegt næher in der zeit (ja gottseidank: er lebt noch)und kann mir einiges ins linke ohr fluestern. das ergebnis dieser bildentwicklung liegt nun partial vor: die wut der welt, rotschwarzweiß verhuellt und verspachtelt so als ob sie (frommer wunsch?) bezwungen werden kœnnte und ohne ursache von einem vulkan semplicemente ausgespuckt wird.

regentage II

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REGENTAGE II, papier collé & mixed media on canvas, 100x100cm, BS83.210501.SAT wenn der zweite regentag nach længerer nasszeit sich plœtzlich aufreißt und uns dann den nuechternen alltag mit hellwarmen sonnenstrahlen genuegend aufhellt, kommt es manchmal zur gewagten geste der kleineren schritte ins sogenannte informel -neuland hinein. wohlgemerkt: nur ein paar kleinere schritte! so geschieht alles als sei es vordergruendig gespuert nur per zufall geschehen. wie aus einem momentbild heraus, das in mir subjektiv wohl den e indruck des noch nie gesehenen erweckt, in den augen der aussenstehenden beobachter hingegen markant-visuelle erinnerungen aus ihrer kindheit wachgerufen werden so als seien sie wie klare rinnsale auf gruenen  aufhofener  hængen in einem wiesenmeer von vergissmeinnichts und dotterblumen.

regentage am ozean der stillen herzen

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REGENTAGE AM OZEAN DER STILLEN HERZEN, papier collé and mixed media on canvas, 100x100cm [BS83.210430.FRI] in diesen zeiten steigt mir eine feuchte m elancholie in kopf und herz: es sind endlich wieder regentage. dieses nachdenklich gefuehlvolle sich-treiben-lassen in einem ozean - mit ab und zu hochgehenden wellen - der still-heißen und manchmal auch kurs-un-definierten schiffsrouten bringen mir aber viel frische schaffenskraft und ausreichend gute erneuerungsschuebe. nach der kurzen thermen-auszeit in turri ist es nun schon die zweite verstærkung der imagination die mir neue angegangene wege ausbaut und fortsetzt, mir die kraft fuer dynamische raumansichten und den auslœsenden abriß fuer zahlreiche brachiale papierfetzen verleiht, die ich energisch verkleistere und nur von einer (vermeintlichen?) intuition mit unbeirrbarem entschluss auf die ruhige leinwand platziere. regentage sind also schaffensreiche bis nachdenkliche momente am pazifischen ozean der herzen.

MY PERSONAL VENICE

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 MY PERSONAL VENICE, papier collé and mixed media on canvas, 100x150cm, BS83.210420.TUE this particular painting/papier-collé goes back to my first university years in venice, where 1967 I begun my architecture studies on the IUAV. during my venetian life in seven years I changed home for about six times. that's the reason why walking trough all this papier-collé-artwork and coloured papertime layers you will discover time after time the map of the most magical city in the world.

seit langem schreiben

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ja, sie schreibt schon seit langem. eigentlich seit sie geboren ist. sie schreibt aus dem leben. das ist ihr auch bewußt. aber meine gefæhrtin ist nicht besonders aufgeregt darueber. sie sieht das eher mit distanz und aus einem gewissen gelassenheitszustand heraus. und wie kuehn sie schreibt, das muß auch einmal gesagt sein. vielleicht schreibt sie wie sie liest. jedenfalls sieht sie die welt und das leben mit dem gemuetszustand des unehrgeizigen spiels, eben mit dem einstellungswinkel des staunenden kindesblicks. das reicht ihr zumeist auch vollkommen aus. ohne hektischem verlangen nach hœher, breiter, længer. ihre distanz von rampenlicht und bestætigungsdrang, ihre ausgeglichenheit gegenueber jedem ehrgeiz ist sprichwœrtlich beneidenswert. nietzsche hatte sie schon zwischen ihren fingern zergehen lassen kœnnen, hatte  herbert marcuse  - als er in aller munde gewesen war - zerkaut und wieder zusammengesetzt wie einen gourmet -leckerbissen der zeit und hat dabei seine und ihre thesen

du im traum

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im traum bin ich dir kurz begegnet. ja, in letzter zeit - nach der transplantation vor eineinhalb jahren - træume ich hæufig von dir. darum dieses portræt. zu spæt? ich sehe dich sehr niedergeschlagen. ist es dein trauriger zorn über die missliche lage im lande? oder vielleicht geht es dir selbst nicht bestens? ich weiß, wir duerfen nicht mehr reisen, fremde orte besuchen, andersartige menschen treffen, bisher unerlebte kulturen erleben, unbekannte freiheiten genießen. wir haben im einverstændnis mit uns selbst schon einen zu lange andauernden kopfarrest. oder ist das alles bloß ein voruebergehend beschrænkter traum, der vorbeigehen will und im aufwachen uns die offenheit der welt dann wieder in voller und satter wirklichkeit zurueckgibt? mal sehen wie so alles wieder besser wird.

franz p.

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du wagst dich einfach in die zukunft. es ist so. und bist mein mentor ob du es jetzt mœchtest oder nicht. ich bin ueberzeugt, du willst es auch. da bin ich mir so ziemlich sicher, du weißt mich zu schætzen und spuerst dass ich diesen gedanken ebenfalls von dir hege. du gehst da voraus: dein handstrich, dein handgedanke, deine handkritik an der derzeit eher fahlen menschengesellschaft. alles ist fuer dich schon da gewesen. auch hast du deine jugend nie verloren, du pflegtest sie immer schon mit der ausdauer des alters, mit der liebe zum leben und zu solveig, die es eiliger hatte mit den ausfluechten in andere welten, in die wiederholung der zeit und in die abenteuerliche wanderung in die neuen gruende, unter vielen sonnen und monden. sie tat es genauso wie wir es nur von anderen ueber ihre erzæhlungen kannten: sie aber hatte es ja schon immer getan.  

odor di laguna

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      LAGUNAE URBS, digital painting, 3000x2000px, MAR 2021 è un odore che sentii per la prima volta in vita mia nel 1967 - credo fosse settembre inoltrato - quando approdai in questa città fatta di mare, mattoni e marmi. l'odore di  tang und algen della laguna. venivo da brunico, e ad essere più preciso dal liceo di bressanone, appena passato l'esame di maturità scientifica e dotato di un grosso bagaglio inconscio in testa dato da una esageratamente pia visione del mondo ma poi nel profondo con un grande e forte desiderio di libertà - per me allora non meglio definita - e di una voglia di aumentare ed estendere il mio orizzonte di situazione adolescenziale verso campi nuovi, inesplorati e soprattutto aperti. era finalmente iniziato un nuovo periodo della mia vita (il secondo: 9+9=18) e questa strana città mi aveva aiutato man mano a costruirlo. grazie venezia.

oh komm doch

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oh, komm doch, komm zu mir, d u nimmst mir den verstand, o h, komm doch, komm zu mir, k omm, gib mir deine hand . mit den beatles im ohr und peppile auf dem fahrrad nach aufhofen, zu peter und ivo, den erst frisch zusammengeleimten modellsegelflieger mit erhobenem arm an der linken im schweben haltend, laut, fast schreiend, eher singend, fest durchtretend. auf den wiesenhængen im mai kam dann der traum der freiheit des segelfliegens zur wirklichkeit. zumindest in der projektion des modells. das seichte den-hang-herunterlaufen bis der flieger selbststændig wird und im aufwind zu schweben beginnt, dann abhebt und so endlich frei fuer sich selbst immer weiter entfernt und irgendwo in der baumreihe nahe der staubigen straße klæglich hængenbleibt - manchmal auch mit balsaholzbruechen der ueblen irreparablen art - und dort seinen freiheitsflug und unsere illusionen des endlosen luftgenusses plœtzlich zerschellten. so waren wir dann endlich mit der wirklichkeit konfrontiert, hatten aber unser

i punti sulla situazione

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cerchiamo di rappresentare il momento che viviamo. innanzitutto, la situazione umana sembra essere seriamente compromessa. facciamo poi il punto sulle circostanze specifiche: dieci file di punti neri a tre, discostate tra loro, assieme ad un sestetto fuggitivo - sempre discostato a due file di tre, tra sé e sé - cercano di evadere dalla rigida chiusura del campo rosso. è un strepitoso tentativo di fuga dal lockdown generale. ma, i sei punti ribelli non andranno lontano. sono punti - o, meglio: puntini - e con ciò, senza dare un giudizio di valore geometrico, non riescono comunque a lasciarsi dietro la gabbia che li ha ospitati sinora. sono bloccati lì, fermi, prigionieri di se stessi, sul margine del campo rosso, in una gigantesca situazione di invalicabilità. 

eruzioni vulcaniche

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la terra non è morta. la terra bolle ed è viva più che mai. siamo noi che ci stiamo avvicinando alla morte. è vero, ci stiamo estinguendo lentamente. e l'umanità sta provando una delle sue molteplici varianti di suicidio collettivo. le eruzioni vulcaniche le interpreto così: il mondo [quello rosso di rabbia] erutta tutta la sua ira verso i nostri malaffari e le nostre cieche manipolazioni dell'ambiente terrestre. la grande madre vulcanica   ci ammonisce insistentemente, e lo ha fatto di continuo. mamma  etna, fino a ieri sera,   ci ha mandato il cartellino rosso, e questo per l'ennesima volta. ma da ieri, domenica 21 02 2021 tace perentoriamente. sicuramente ha deciso di riposarsi un po' dalle sue fatiche laviche. non rutta più, non sputacchia, non ci manda lapilli e polveri, non bolle più. ma attenti, è andata solo ad appisolarsi per qualche anno o qualche mese, poi chissà, ci sputerà addosso di nuovo la sua grande rabbia rossa per un'ultima volta [ahi noi!].

der stille lausbub

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DER STILLE LAUSBUB_IL MONELLO TACITURNO, FEB 2021 [papier collé and mixed media on canvas, 100 x 100 cm] unter der woche ging ich mit herta, unserem sanften   hausmædchen - für mich eine zweite wechselmutter, denn mama ging ja die ganze woche lang in die gemeinde arbeiten - fast jeden tag nach dietenheim. man schrieb das jahr 1956 - da waren auch irgendwie die olympischen winterspiele in cortina - und der weg nach dietenheim zu den gremes per pedes war ja eher weit, am abend ging ich darum immer gerne und ohne besondere proteste oder kaprizen ins bett, denn meist war ich so hundemuede dass jeder streich der aus der fantasie eines lausbuben eben entspringen konnte von vorne herein ausgeschlossen war.  alle die mir damals nahestanden - oder war es nur ich? - bezeichneten mich darum als stillen, etwas schuechternen lausbuben, un monello taciturno (spesso stanco la sera)  eben. ich erinnere mich in etwa so ausgesehen zu haben: mit einer spitzen nase - immer vorne mit der fantasie - einem

rock the casbah

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CASBAH, acrylics on canvas, 100x150 cm, BS82.210211.THU dieci anni fa ero a marrakesh . cinque anni fa a fez . impressioni e visioni di diversità nelle grandi k asbah . elias canetti , nelle sue stimmen von marrakesch  mi aveva informato da prima.  quarant'anni fa poi, ero a londra:  rock the casbah . magnifici ribelli  the  clash . allucinazioni di vite cittadine, esistenze individuali e collettive nelle città spontanee cresciute attorno al vivere e all'abitare sociali. e la ribellione? mia certamente: tentativi di opposizione, controcampi e rifiuti della cosiddetta normalità. gli schemi urbani dell'establishment non mi entusiasmavamo, anche se avevo deciso di prendermi la responsabilità di realizzare architetture ideali, utopie irrealizzabili, poi addirittura città in piccolo, formando schemi di strade assieme a isolati costruiti con la mente. un gioco rischioso. carte topografiche sin dall'infanzia. mamma ci pensava a fornirmi di piantine piegate di paesi, città, oce

nebelige welt

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Nebel in Glaning / Nebbia a Cologna / Photo Benno Simma / Feb 2021 normalerweise læuft die nebelige welt meist so nebenher. wir schætzen ja nur die sonnige seite unseres lebens und sind froh wenn wir in gutem wetter miteinander beziehungsreich als individuen existieren kœnnen. zumeist. weil aber die klare welt ja den großteil der zeit in der norm zu sein scheint, muessen wir uns ganz ehrlich fragen: wo steckt denn eigentlich die realitæt? im nebeligen oder im klaren?   eben. gute frage. denn: heutzutage entpuppt sich die welt zumeist als sehr unklar, verschmiert, verkommen und verschwommen. die weltumspannende pandemie ist gerade am hœhepunkt ihrer diffusion, ein unbekannter virus verbreitet sich wie die pest durch die zeitgenœssische menschheit und sorgt dafuer daß wir mit nebelscheinwerfern unseren meist unauffindbaren weg ganz alleine auf uns selbst gestellt fahren muessen, es sei denn wir wollen absichtlich von der rechten lebensbahn abkommen. und diese verlockung eines vertragsbr

taja, der hund im ersatzteillager

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TAJA , THE DOG IN THE SPAREPARTS DEPOT, acrylics on a shaped honeycomb cardboard, 80x100cm, BS82.210130.SAT   ich erinnere mich nicht mehr genau, ich versuche es trotzdem, weil ich es mir streng vorgenommen: es mag sich wohl im winter 1956 ereignet haben. im ersatzteillager. herr pider war gerade gekommen, also mußte es kurz nach sieben am abend gewesen sein. draussen eisige kælte, frostiger schnee und drinnen gab der sægemehlofen im bp-ölfaß sein warmes bestes. taja lag dort am speckigen bretterboden vor dem luftfilterregal. und ich lag neben ihr. ich in meiner vw-kutte und sie in ihrem pelz. denn taja war eine eher zu klein geratene wolfshuendin. sicherlich aber eine gut gelungene strassenmischung. es war ein wundersamer traumreicher gemeinsamer abendschlummer in lieblicher ummarmung gewesen. daraus ist dieses erinnerungsbild entstanden. eben. deswegen.

rahmen

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m.k. meint, sie bræuchten keinen rahmen. das sei zu sehr im stil einer naheliegenden vergangenheit. zu sehr heruebergebracht aus einer anderen zeit, der klassischen moderne eben. er meint damit (ich bin erpicht auf eine eigenwillige interpretation seiner angeblich stichhaltigen argumente) daß es irgendwie uebertrieben sei sich an einen vor 50 jahren als epigonal abgemeldeten diskurs anzuhængen. der futurismus zuerst und dann der abstrakte expressionismus (sogar der frische wind des damaligen informel? ) seien darin als mainstream eher leicht zu erkennen, eingerahmt und abgeschlossen und nicht mehr nachvollziehbar. von ihrem ræumlichen umfeld abgekapselt und wirken diese bilder klar als museale imitate. simpler manierismus der moderne also (meine selbstverletzende bezeichnung). an allem kœnnte grad der goldne schnörkelreliefrahmen daran schuld sein. sei der rahmen aber nicht da, nicht angebracht oder angeheftet, sprich: nicht existent, gæbe es eine durchlæssigkeit des bildes, den ueber

il tempo si ferma

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IL TEMPO SI FERMA_DIE ZEIT STEHT STILL,  papier collé and mixed media on canvas, 50x50 cm, BS86.210113.WED lo so che questa volta riuscirò meglio a descrivere una mia personalissima sensazione usando la lingua italiana, perché dall'oggi al domani il tempo s'è fermato - sì, avete capito bene: si è fermato, non a eboli, ma a bolzano, proprio dentro la mia testa. ha cessato di battere come un cuore cronologico che smette di pompare giorno e notte globuli temporali, si è bloccato all'improvviso, senza avvertimento alcuno, come se fosse stanco di scandire gli anni, i mesi, i giorni, le ore, i minuti e i secondi. quando quella bestia di tempo si ferma non ci sono santi che tengono, vengo scaraventato nel mio passato, non quello mio prossimo, ma quello remoto, ributtato nelle cose che furono di quand'ero bambino. e così vengo costretto da questo zeitenschock  ad una compulsiva voglia di strappare materiali di tutti i tipi e assemblarli alla rinfusa (sì avete sentito bene: alla

bæume sind schwestern 1959

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BÆUME SIND SCHWESTERN_ALBERI SONO SORELLE, 1959 [papier collé and mixed media on canvas, 40 x 40 cm, BS82.210112.TUE] mit dieser behauptung bin ich mir so gut wie ziemlich sicher: bæume sind unsere schwestern, ja, wirklich wahr. ihr kœnnt mir glauben, das sage ich aus eigener erfahrung. im vergleich zu eventuellen mit-menschen sind mit-bæume durchaus einfuehlfreudiger.  dazu rekonstruiere ich in meinem langzeitgedæchtnis eine episode aus meiner frueheren kindheit - ich muß irgendwie so an die elf jahre alt gewesen sein - da hatten mich meine gleichaltrigen spielkollegen - soviel ich mich erinnere waren keine mædchen dabei, denn die hielten sich aus solch bœsartigen lausbuben-[sic!]streichen in jedem fall heraus - im zuge eines stupiden indianerspiels (dabei hasse ich indianerspiele wie nichts anderes denn sie sind schlicht und einfach eine banale simulation von widerlichen opfer-tæter-spielen) an den stamm einer starken lærche gefesselt, die gerade in rotgelber herbstpracht sich ihrer

winterrebenspaziergang

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es ist nichts anderes als ein reflektiver nach-mittags-spaziergang: ich, menschlicher solitaire, versteckt bis zu vœlliger unkenntlichlichkeit in mund- und nasenschutz, in kapuze und sonnenbrille (es schneit ganz leicht in die zœgerlich-spærlichen sonnenstrahlen hinein und blendet) spaziere kreuz und quer auf den verkommenen alten wegen zwischen den grieser winterrebenfeldern - oder was davon noch uebriggeblieben ist - wie kant in kœnigsberg  herum. ja, echt wahr: man feiert gerade die drei kœnige . und heute ist mittwoch, der sechste tag im neuen jahr. darauf kommt es dann dick in gedanken hervor: es geht um leben und tod. ich schreibe nicht gerne über solch tiefsinnige ueberstandene ueberlegungungen aber denke trotzdem seit der entdeckung meines rueckenmarktumors (gerade 18 monate sind es her daß ich mit 5 eingedrueckten wirbeln nicht mehr gehen konnte und ein myelom diagnostiziert bekam) gerne und oft ueber solch profundem stoff nach. dabei komme ich zu keinem eigentlichen schluss

il nuovo anno

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WALDTRAUTS ROTE BACKEN UNTERM FEDERBETT_ LE GOTE ROSSE DI WALDTRAUT SOTTO IL PIUMINO, papier collé and mixed media on canvas, 100 X 150 cm, BS210102SAT il nuovo anno. una tela in papier collé ricoperta di nervose pennellate cancellatorie, quasi fosse una scaramanzia. das neue jahr  kann nicht werden wie das alte ehedem. zumindest sei die absicht da,  so der heranwachsende kuenstler, ein neuding zu schaffen an dem es auch wirklich noch etwas unentdecktes zu entdecken gæbe, so wie ein sogenanntes neues jahr eben sein muesste: es sollte wie ein kleinkind aufrecht gehen und zudem deutlich sprechen und scharf denken kœnnen. la speranza che il nuovo sia veramente qualcosa di non ancora vissuto, visto e pensato. buon lavoro, arte!